Feb 27, 2019 | Saper Scegliere Il cibo
Un maggior numero di persone ha intolleranza al lattosio per carenza dell’enzima lattasi prodotto dai microvilli dell’intestino tenue.
La lattasi non viene prodotta per compromissione dei villi intestinali aggrediti da una errata alimentazione.
L’ intolleranza al lattosio non è mai sola, quando presente vuol dire che ci sono problemi vari nell’intestino.
Molte persone sono allergiche alle proteine del latte, alla caseina! Così nel tempo in commercio si sono diffusi i latti vegetali.
A norma di legge non possono essere definiti latti vegetali, ma bevande di soia, riso, avena, farro, mandorle!
Questi latti vegetali non contengono lattosio e neppure caseina!
Latte di soia
È il più ricco in proteine e in grassi, il più povero in carboidrati. Leggere sempre etichetta: non deve contenere più di O.9% di soia OGM. Il limite della soia sta che il 90% della soia è geneticamente modificata, è per lo più di importazione.
Contiene inibitori delle proteasi, può alterare la digestione delle proteine causando allergie alle varie proteine alimentari.
La soia contiene agglutinine, acido fitico che impedisce assorbimento di calcio, magnesio e altri minerali!
Contiene una dose eccessiva di isoflavoni, con azione similestrogeni, non sempre salutare! Attenzione anche alla lecitina di soia, tanta pubblicizzata contro il colesterolo, per la sua potenziale origine da soia geneticamente modificata. Nel latte di soia può essere presente olio di semi di girasole. Leggere etichetta.
Latte di riso
Ha il più alto contenuto in carboidrati e il più basso contenuto in proteine e lipidi.
Latte di avena
Ha un contenuto ben equilibrato di carboidrati, proteine, lipidi, buon alimento (ricordo che con l’avena si può fare il porridge classica colazione inglese)
Latte di mandorle
Il più alto contenuto in grassi omega 3, mentre i carboidrati e le proteine come avena.
Latte di farro
Meno carboidrati del latte di riso, proteine ad alto valore biologico con aminoacidi ramificati e fenilalanina, con effetti tonici, adatto a chi ha bisogno di slancio e migliore tono umore. Stessi effetti anti depressivi e contro la stanchezza sono posseduti dal farro in chicchi!
Le ricette dei latti vegetali
Latte di riso
1- mettere in ammollo il riso, 60 grammi in un litro di acqua
2- mettere dopo una ora di ammollo riso e acqua a bollire x 40 minuti 3- frullare acqua e riso fino a ridurre il composto in liquido
4- filtrare tutto in un colino
5- versare il latte di riso ottenuto in un recipiente di vetro e se volete, aggiungete o cannella o vaniglia o altra spezia preferita
6- conservate in frigorifero per il consumo. Il latte di riso contiene la maggiore dose di carboidrati rispetto agli altri cereali!
Latte di avena
1- 50 g di avena in 500 ml di acqua, portarla a cottura x 50′
2- frullare fino a poltiglia liquida
3- aggiungere 500 ml di acqua fredda e frullate di nuovo
4- passare il composto in colino, conservare in recipiente di vetro! L’avena È piu’ ricca in proteine e contiene meno carboidrati del riso! Il porridge È una farinata di avena, classica colazione inglese!
Latte di farro
Stesso procedimento, 50 g di farro in un litro di acqua, eseguire le stesse azioni come per fare il latte di riso. Ricco in proteine, con aminoacidi essenziali molto utili per tono umore e senso di energia attiva.
Latte di miglio
Stesso procedimento latte di farro. Consigliato.
Latte di quinoa e di amaranto
Per le loro proteine con tutti gli aminoacidi essenziali!
Latte di orzo
A vostra scelta.
Ciascuna persona può scegliere il suo cereale più adatto alle sue condizioni di salute!
Chi vuole maggiore dose di carboidrati scelga latte di riso, avena. Chi vuole più tono umore e muscolare scelga latte di farro!
Chi vuole più proteine scelga latte di miglio, ma soprattutto di quinoa ed amaranto!
Chi vuole può usare cannella o vaniglia o altra spezia preferita per ottenere un gusto personalizzato.
Consiglio di preparare questi latti vegetali in casa propria, nei latti vegetali in commercio può essere presente aggiunto olio di girasole o altro seme!
Buona giornata in salute.
Apr 3, 2017 | Saper Scegliere Il cibo
Un maggior numero di persone ha intolleranza al lattosio per carenza dell’enzima lattasi prodotto dai microvilli dell’intestino tenue.
La lattasi non viene prodotta per compromissione dei villi intestinali aggrediti da una errata alimentazione.
L’ intolleranza al lattosio non è mai sola, quando presente vuol dire che ci sono problemi vari nell’intestino.
Molte persone sono allergiche alle proteine del latte, alla caseina! Così nel tempo in commercio si sono diffusi i latti vegetali.
A norma di legge non possono essere definiti latti vegetali, ma bevande di soia, riso, avena, farro, mandorle!
Questi latti vegetali non contengono lattosio e neppure caseina!
Latte di soia
È il più ricco in proteine e in grassi, il più povero in carboidrati. Leggere sempre etichetta: non deve contenere più di O.9% di soia OGM. Il limite della soia sta che il 90% della soia è geneticamente modificata, è per lo più di importazione.
Contiene inibitori delle proteasi, può alterare la digestione delle proteine causando allergie alle varie proteine alimentari.
La soia contiene agglutinine, acido fitico che impedisce assorbimento di calcio, magnesio e altri minerali!
Contiene una dose eccessiva di isoflavoni, con azione similestrogeni, non sempre salutare! Attenzione anche alla lecitina di soia, tanta pubblicizzata contro il colesterolo, per la sua potenziale origine da soia geneticamente modificata. Nel latte di soia può essere presente olio di semi di girasole. Leggere etichetta.
Latte di riso
Ha il più alto contenuto in carboidrati e il più basso contenuto in proteine e lipidi.
Latte di avena
Ha un contenuto ben equilibrato di carboidrati, proteine, lipidi, buon alimento (ricordo che con l’avena si può fare il porridge classica colazione inglese)
Latte di mandorle
Il più alto contenuto in grassi omega 3, mentre i carboidrati e le proteine come avena.
Latte di farro
Meno carboidrati del latte di riso, proteine ad alto valore biologico con aminoacidi ramificati e fenilalanina, con effetti tonici, adatto a chi ha bisogno di slancio e migliore tono umore. Stessi effetti anti depressivi e contro la stanchezza sono posseduti dal farro in chicchi!
Le ricette dei latti vegetali
Latte di riso
1- mettere in ammollo il riso, 60 grammi in un litro di acqua
2- mettere dopo una ora di ammollo riso e acqua a bollire x 40 minuti 3- frullare acqua e riso fino a ridurre il composto in liquido
4- filtrare tutto in un colino
5- versare il latte di riso ottenuto in un recipiente di vetro e se volete, aggiungete o cannella o vaniglia o altra spezia preferita
6- conservate in frigorifero per il consumo. Il latte di riso contiene la maggiore dose di carboidrati rispetto agli altri cereali!
Latte di avena
1- 50 g di avena in 500 ml di acqua, portarla a cottura x 50′
2- frullare fino a poltiglia liquida
3- aggiungere 500 ml di acqua fredda e frullate di nuovo
4- passare il composto in colino, conservare in recipiente di vetro! L’avena È piu’ ricca in proteine e contiene meno carboidrati del riso! Il porridge È una farinata di avena, classica colazione inglese!
Latte di farro
Stesso procedimento, 50 g di farro in un litro di acqua, eseguire le stesse azioni come per fare il latte di riso. Ricco in proteine, con aminoacidi essenziali molto utili per tono umore e senso di energia attiva.
Latte di miglio
Stesso procedimento latte di farro. Consigliato.
Latte di quinoa e di amaranto
Per le loro proteine con tutti gli aminoacidi essenziali!
Latte di orzo
A vostra scelta.
Ciascuna persona può scegliere il suo cereale più adatto alle sue condizioni di salute!
Chi vuole maggiore dose di carboidrati scelga latte di riso, avena. Chi vuole più tono umore e muscolare scelga latte di farro!
Chi vuole più proteine scelga latte di miglio, ma soprattutto di quinoa ed amaranto!
Chi vuole può usare cannella o vaniglia o altra spezia preferita per ottenere un gusto personalizzato.
Consiglio di preparare questi latti vegetali in casa propria, nei latti vegetali in commercio può essere presente aggiunto olio di girasole o altro seme!
Buona giornata in salute.
Mar 27, 2017 | Saper Scegliere Il cibo
In ogni casa è presente la farina Manitoba e molte famiglie usano la farina Manitoba senza riflettere sugli effetti che la sua alta dose di glutine produce nell’intestino.
La farina Manitoba è ovunque, ci segue ogni volta che mangiamo!
Uscire di casa al mattino e fare colazione al bar con una brioche o altra pasticceria composta con farina Manitoba non è una saggia scelta di salute. Oppure possiamo mangiarla con una pizza durante il giorno o con gli amici a cena.
E non è una carezza al nostra intestino.
Farina forte
La farina Manitoba non è adatta all’intestino.
È una farina di grano tenero (Triticum aestivum) del Nord America. Questo tipo di farina prende il nome dalla zona di produzione dove inizialmente cresceva un grano forte e resistente al freddo: Manitoba, vasta provincia del Canada, che, a sua volta, prende il nome dall’antica tribù Indiana che l’abitava.
È una farina “forte” (in inglese “strength“) per il elevato contenuto in proteine insolubili (glutenina e gliadina).
Per definire la “forza” di una farina si usa il coefficiente “W”: più alto è il valore, più la farina è forte. Una farina debole ha un valore W inferiore a 170 mentre la Manitoba ha un valore W superiore a 350.
Attualmente si definiscono come Manitoba tutte le farine con W superiore a 350, qualsiasi sia la zona di produzione e la varietà di grano con la quale viene ottenuta la farina.
La caratteristica principale di questa farina è di contenere una grossa quantità di proteine insolubili (glutenina e gliadina) che, a contatto con acqua o altro liquido nella fase d’impasto, produce glutine. Il glutine forma una tenace rete che, negli impasti lievitati trattiene i gas della lievitazione permettendo un notevole sviluppo del prodotto durante la cottura; nel caso delle paste alimentari trattiene invece gli amidi che renderebbero collosa la pasta e permette una cottura al dente.
Dove si trova
Si trova in confezioni industriali e anche in pacchi per uso domestico. Molte famiglie usano la farina Manitoba senza riflettere sugli effetti che l’alta dose di glutine produce nell’intestino. In Italia, dove per legge la pasta si può produrre esclusivamente con il grano duro, è adoperata nell’industria della pasta all’uovo.
I mulini spesso la adoperano per “tagliare” altre farine, aumentando in questo modo il coefficiente W totale della farina.
L’impasto fatto con la Manitoba risulterà più elastico e più forte, adatto per la lavorazione di pane particolare (baguette francese, panettone e pandoro), della pizza, delle ciaccie o torte al formaggio e di particolari paste alimentari, pani speciali.
Seitan e sai…cosa mangi?
La Farina Manitoba viene utilizzata anche come base per la preparazione del SEITAN, alimento che viene anche definito come “Carne Vegan”.
Consiglio ai vegetariani e alle persone che consumano seitan di riflettere su questa loro scelta alimentare. Il seitan è un concentrato di glutine.
Un eccesso di glutine, ripetuto nel tempo, provoca una aggressione ai villi intestinali, che sono le porte attraverso le quali le molecole nutrienti introdotte con la alimentazione entrano o non entrano nel nostro sangue.
Il glutine altera in profondità i villi e i microvilli, gli enterociti della mucosa dell’intestino tenue. Con il tempo e con dosi elevate giornaliere di glutine una persona può sviluppare la celiachia con anticorpi positivi al morbo celiavo (anti gliadina, anti endomisio, anti-transglutaminasi) oppure può andare incontro alla sindrome GLUTEN SENSITIVITY (anticorpi negativi ma sintomi della celiachia).
Consiglio di chiedere al proprio fornaio, pasticciere, pizzaiolo …se usa o non usa farina Manitoba. Se la usa consigliate di smettere l’uso per garantire la salute pubblica.
La salute nasce da un intestino sano.
Buona giornata in salute.
Mar 17, 2017 | Saper Scegliere Il cibo
Dimenticati, emarginati ma ora sono tornati in tavola: i legumi!
Per chi è molto tempo che non mangia legumi, consiglio di iniziare dapprima con lenticchie e ceci, più tollerati dall’intestino, per passare poi a fagioli.
Le lenticchie e i ceci sono stati sempre i legumi dei popoli del mediterraneo. Quindi il nostro intestino li accetta meglio.
Esaù vendette la sua primogenitura al suo fratello gemello Giacobbe per un piatto di lenticchie!
I fagioli sono stati importati in Europa dopo la scoperta dell’America. Sono alimenti ricchi di alcuni carboidrati indigeribili, che vengono fermentati dal microbiota intestinale con produzione di gas.
Anche la soia va assunta con prudenza perché in grado di creare allergie alle sue proteine, oltre ad essere prodotta come OGM.
Una sana scelta alimentare
I legumi sono alimenti da mettere in tavola almeno due volte nella settimana.
Contengono carboidrati complessi, proteine ad alto valore biologico, grassi insaturi utili per controllare il colesterolo, minerali e fibra alimentare. Sono ricchi di calcio, ferro utili nei casi di anemia, potassio e vitamine del complesso B.
I legumi contengono maggiori dosi di ferro rispetto alla carne rossa e bianca. Il ferro dei legumi è di tipo non eme, cioè non associato ad emoglobina come invece è il ferro della carne. Il ferro non eme ha maggiori difficoltà di assorbimento intestinale. Per favorire quindi l’assorbimento del ferro dei legumi consiglio di associare alla porzione di legumi una spremuta fresca di due arance ed un limone oppure mangiare agrumi vari o kiwi. Questi alimenti contengono generose dosi di vitamina C e di acido citrico che favorisce l’assorbimento della vitamina C.
Volume e sazietà
Il volume dei legumi ingerito è tre volte superiore al volume a crudo. Questo netto aumento di volume procura una appagante senso di sazietà, con un limitato apporto di energia, utile per il controllo del peso corporeo. I legumi contengono dosi interessanti ed equilibrate di carboidrati (circa 45-50 g ogni 100 g di alimento) e di proteine (20-25 g ogni 100 g di alimento). Per 1 grammo di carboidrati i legumi contengono mezzo grammo di proteine. Ritengo davvero un ottimo rapporto nutrizionale tra carboidrati e proteine. Inoltre i legumi contengono acidi grassi insaturi (omega 6 e omega 3 in giusto sano rapporto) con buona presenza di fibra alimentare, minerali e vitamine del complesso B.
Ottima combinazione nutrizionale legumi mescolati al 50% con cereali: orzo, avena, farro, kamut, riso integrale, grano saraceno… un terzo di legumi e due terzi di cereali per la soia. Durante la cottura i legumi aumentano 2-3 volte il loro volume iniziale.
La porzione dei legumi va pesata a crudo.
Scegliere l’ammollo
I gonfiori intestinali che molte persone lamentano dopo aver mangiato legumi sono causati da carboidrati indigeribili (raffinosio, stachiosio e verbascosio) che nel colon vengono fermentati dalla flora batterica, creando meteorismo e altri disturbi digestivi. A causa di questi inconvenienti i legumi vengono trascurati. L’ammollo ha lo scopo di eliminare questi inconvenienti.
Ammollo lento
L’ammollo lento notturno da farsi in acqua calda: scegliere il tipo di legumi, lavarli in un colino, metterli in una grande pentola perché i legumi in ammollo aumentano di volume (una tazza di acqua ogni 5 grammi di legumi secchi), eliminate i legumi che vengono a galla perché privi di validità nutrizionale; coprite e lasciare almeno otto ore o una notte intera. I fagioli di soia vanno messi in frigorifero durante l’ammollo per prevenire la loro fermentazione. Se potete è bene cambiare l’acqua di ammollo.
Togliete l’acqua dopo otto ore o al mattino e gettatela via perché contiene purine, sostanze tossiche favorenti la comparsa di acido urico nel sangue. L’acqua di ammollo non va utilizzata! I legumi sono pronti per la cottura.
Ammollo rapido
L’ammollo rapido: scegliere i legumi e lavarli in un colino, metterli in una grande pentola eliminando i legumi che vengono a galla; aggiungere una tazza di acqua ogni 5 grammi di legumi secchi; portare ad ebollizione acqua e fare cuocere per 2-3 minuti, quindi toglierli dal fuoco e farli riposare una oretta, meglio se quattro ore; più i legumi rimarranno in ammollo, maggiore sarà la quantità dissolta dei carboidrati responsabili dei fastidi intestinali; gettare acqua di ammollo, quindi sciacquare e scolare i legumi cotti.
Esiste una versione ancora più rapida di ammollo e cottura dei legumi: dopo averli ben lavati metterli direttamente senza la fase dell’ammollo in acqua calda; farli bollire per 15 minuti, togliere la pentola dal fuoco, buttare via l’acqua di cottura, sciacquare bene i legumi con acqua fredda, come si fa quando si lava la verdura, rimettere a cuocere in acqua calda i legumi fino a cottura avvenuta. È bene non usare la pentola a pressione. Non aggiungere mai sale prima e durante la cottura. Il sale procura un indurimento della buccia dei legumi.
Alga Kombu
L’uso dell’alga Kombu migliora la cottura e la digeribilità dei legumi.
Va evitata l’aggiunta di bicarbonato perché dannoso in quanto impoverisce i legumi di vitamina B. L’Alga Kombu va eliminata alla fine della cottura perché troppo ricca di sodio.
Per eliminare ancor più disturbi digestivi aggiungere all’acqua di cottura una cipolla, una carota ed un gambo di sedano per migliorare anche il sapore e l’odore dei legumi lessati.
Chi vuole può pressare i legumi a cottura ultimata per ottenere un passato in grado di ridurre nettamente meteorismo e fermentazione intestinale.
Carta di identità nutrizionale legumi
AZUKI (phaseolus angularis)
Ha un gusto simile al fagiolo borlotto, ma più delicato ed ha pure caratteristiche simili: (21% di proteine, carboidrati, ferro, calcio e fosforo: un buon apporto contro l’osteoporosi. Più veloce da cuocere. Viene chiamato “soia rossa”, ma è un normale fagiolo, dei quali condivide le proprietà alimentari.
CECI
Forse è il più antico legume consumato dall’uomo. Sono anche probabilmente i più digeribili: adatti quindi anche all’alimentazione dell’infanzia. Hanno un buon equilibrio energetico, molto ricchi di vit. A, di calcio di ferro e di fibre. Adatti per le saponine che contengono, agli ipertesi e agli obesi. Sono utili anche per gli uricemici. Hanno meno fosforo e vit. B1, B2 e PP, degli altri legumi, pur contenendone un discreto quantitativo. Chiedono un lungo ammollo in acqua (anche più di 24 ore: ma non abbiate paura di arrivare anche a 48, naturalmente cambiando l’acqua)
CICERCHIE
Molto ricche di proteine, di amido, di vit. B1, B2 PP, di calcio e di fosforo. Hanno anche una buona quantità di fibre alimentari. Meriterebbero di essere già conosciute. Andate un po’ in disuso perché di basso rendimento nella coltivazione e perché contenevano una sostanza tossica non più presente nelle selezioni moderne delle sementi.
FAGIOLI VARI
Fagioli borlotti, fagioli messicani neri, fagioli rossi, ecc. Sono originari dell’America. Ottimo il Rapporto calcio, fosforo, ferro. Alto il contenuto di proteine, di vitamine del gruppo B e PP. Contengono poche purine: sono quindi adatti ai gottosi. Sono più digeribili (contrariamente a quello che si pensa) se consumati con la buccia (ma nei casi di coliti la buccia va eliminata). Adatti anche all’alimentazione infantile (ma ben cotti e senza buccia). Polenta e fagioli sono due piatti completi. Proferite i borlotti ai fagioli esotici (neri o rossi).
FAGIOLI DELL’OCCHIO
In realtà non sono fagioli. Hanno molto meno proteine e grassi degli altri legumi, sono quindi adatti e diete a basso tenore energetico. Sono gli autentici fagioli tradizionali dei romani e dei greci . Tenete conto, nelle combinazioni alimentari, del contenuto moderato di proteine.
FAVE
Uno dei legumi più ricche di proteine, assolutamente prive di grassi, con abbondanti vit. B2 e PP, oltre ad A, C, E, e K. Contiene anche zuccheri semplici, facilmente assimilabili. Dà anche meno problemi di meteorismo intestinale. Un certo numero di persone, soprattutto di razza mediterranea, soffrono di favismo, un errore metabolico genetico che causa la rottura dei globuli rossi quando si mangiano fave
FAVE DECORTICATE
Comode perché prive della fastidiosa buccia (provocano quindi meno flatulenza). Meno ricche di vitamine delle fave intere ammollate. Se troppo “vecchie” c’è anche il rischio che si siano ossidate e quindi abbiano perso ulteriori elementi nutritivi. Ma sono straordinariamente pratiche e di rapida cottura: insuperabili per il purè di fave.
FIENO GRECO (trigonella)
Si usa più come condimento (tritato in piccole dosi) sui cibi che come alimento a se stante. Invece i germogli sono deliziosi per il loro gusto aromatico. Ricostituente e e galattologo, ricchissimo anche di altri principi attivi. Adatto alla cura fisica dell’anoressia e dell’anemia. Se usato in quantità rilevanti, dà all’alito ma anche al corpo uno sgradevole odore “di capra”, è difficile trovarlo nei negozi.
LENTICCHIE
Lenticchie di Castelluccio di Norcia, lenticchie di Rodi, lenticchie verdi grandi, lenticchie piccole Appennino, La lenticchia è uno dei legumi di coltivazione più antica è anche il legume più ricco di proteine e in amido facilmente digeribile.
LENTICCHIE ROSSE
In due tipi: decorticate e normali. Rapidissime da cuocere, non devono essere ammollate. Sono un buon addensante per minestre. Possono insaporire risi ed altri cereali. Quelle decorticate sono però legumi “morti”, con diminuzione della qualità dovute a processi ossidativi. Curate che siano di recente produzione.
PISELLI
Freschi sono una buona fonte di vit. C e di carotenoidi, precursori della Vit. A. Hanno livelli di proteine, carboidrati e grassi analoghi a quelli dei fagioli. Contengono meno calcio e fosforo.
SOIA GIALLA
Il legume più ricco di aminoacidi, di lecitina (potere regolatore vascolare e modulatore della mielina), ha preziosi grassi polinsaturi, è ricca di calcio, ferro, potassio, fosforo, magnesio e di tiamina e altre vitamine del gruppo B è anche molto digeribile e non dà flatulenza. Efficace nel ridurre il colesterolo LDL e nell’aumentare quello HDL. Molto attiva nel ridurre il rischio di tumori nella donna dopo la menopausa. Vi sono molti preparati a base di soia gialla: il latte di soia, lo yogurt di soia, il tempeh, le salse di soia (tamari, shoiu, ecc.), il miso, È comunque un po’ carente di metionina e cistina: non è quindi un alimento così completo come si dice. Va integrata con cereali nella proporzione di 1 a 3. Deve essere ben cotta: almeno due ore e mezza, per eliminare la fitina, che comunque riduce l’apporto mineralizzante di questo legume (un problema analogo a quello dei cereali integrali). Il problema non esiste nel caso del tempeh. I semi rimangono sempre un po’ “duri” anche dopo cottura: possono essere utilmente passati in un mixer, per farne polpette o ripieni.
SOIA VERDE
O fagioli mung. In realtà non è soia, ma un fagiolo analogo al nostro fagiolo dell’occhio. Ha lo stesso tenore di nutrienti di questo. Ma si usa soprattutto sotto forma di germoglio, ricchi di proteine e vitamine. Ha meno proteine della soia vera, ma anche meno allergeni: come equilibrio di amminoacidi essenziali è sostanzialmente analoga ai nostri fagioli.
Buona giornata in salute.
Mar 8, 2017 | Saper Scegliere Il cibo
Non tutte le acque minerali sono uguali.
Va superata la affermazione che una acqua ricca di calcio è causa di calcolosi renale. Non è vero perché la causa prima della calcolosi renale è bere poca acqua ed avere una urina con un pH acido.
Scrivo alcune considerazioni sui principali minerali in soluzione in acqua, invitando a leggere l’immagine correlata con questo articolo.
Acqua bicarbonata
Bicarbonato superiore a 600 mg/litro.
Favorisce la digestione perché abbassa l’acidità nella prima parte dell’intestino se bevuta durante i pasti. Tampona l’acidità gastrica se assunta a digiuno. Consigliata a chi fa sport poiché bicarbonato e calcio possono neutralizzare le scorie del metabolismo muscolare. Azione antiinfiammatoria per le acque bicarbonato-alcaline, di facilitazione dei processi digestivi ed antispastica per le acque bicarbonate-calciche.
La digestione avviene nell’acqua, occorre bere prima del pasto, una mezz’ora prima per avere una migliore digestione e scegliere una acqua con alto residuo fisso secco, un pH basico con elevato contenuto di ioni bicarbonato
Acqua solfata
Solfati superiore a 200 mg /litro
Svolge sullo stomaco un’azione equilibratrice e produce un effetto rilassante sulla muscolatura biliare. Lo zolfo è fondamentale per avere un sano tessuto connettivo, un sistema linfatico efficiente, per terapia degli edemi arti inferiori.
Consigliata per chi soffre di disturbi epatobiliari e stipsi. Effetto antispastico, antinfiammatorio, sono acque indicate nelle malattie dell’apparato digerente e delle vie biliari; gastriti croniche aspecifiche, colon irritabile, stipsi cronica semplice, litiasi epatica, discinesi delle vie biliari
Acqua calcica
Calcio superiore a 150 mg /litro
Consigliata a ragazzi in crescita, donne in gravidanza, donne in menopausa, anziani con problemi di osteoporosi e tutti coloro che hanno un alterato metabolismo del calcio, a chi soffre di pressione arteriosa elevata. Un uomo adulto ha circa 1000 -1200 grammi di calcio nel corpo (800-900 gr la donna) di cui il 90% come riserva nello scheletro, il rimanente all’ interno delle cellule e nel fluido extracellulare. La dose giornaliera di calcio da assumere con alimenti ed acqua è di 800-1000 mg / die. Indicata nella prevenzione dell’osteoporosi e dell’ipertensione
Acqua fluorata
Fluoro superiore a 1 mg /litro
Consigliata alle donne in gravidanza in quanto la prima impronta del dente si forma nel feto e ai bambini, sempre in dosaggi non superiori a 1,5 mg/l e per periodi non prolungati. Una carenza di fluoro nell’organismo favorisce le carie e osteopenia, osteoporosi.
Acqua magnesiaca
Magnesio superiore a 50 mg /litro
Il Magnesio è il quarto ione più importante nell’ organismo umano ed il secondo, dopo il potassio all’ interno delle cellule. Effetto antispastico, antiflogistico indicata nelle malattie dell’apparato digerente (stipsi cronica) ed in carenza di magnesio. Acqua indicata in chi soffre di pressione arteriosa elevata e malattie cardiache. La dose giornaliera di magnesio da assumere ogni giorno è di almeno 500 mg! Chi vuole controllare il suo livello di magnesio può fare analisi sangue e ricercare magnesio. Il magnesio entra in tutti i processi biochimici vitali, in particolare nella produzione di energia cellulare. Chi soffre di carenza di magnesio avverte una riduzione di tono, energia e di vitalità. È una persona spenta. Consiglio alle donne in età fertile di integrare o assumere alimenti contenenti magnesio (in prevalenza alimenti di origine vegetale) prima o durante i giorni mestruali.
Acqua ferruginosa
Ferro bivalente superiore a 1 mg /litro
Indicata nelle anemie da carenza di ferro, in astenia.
Buona giornata in salute.
Feb 8, 2017 | Saper Scegliere Il cibo
È difficile, ma non sapere che all’interno del nostro intestino è presente un altro organo, chiamato microbiota, vuol dire essere scientificamente superati!
La conoscenza è salute. L’ignoranza, intesa come non conoscenza, è malattia.
Il microbiota è composto da batteri, lieviti, virus, migliaia di comunità microbiche, miliardi e e miliardi di cellule batteriche. Il microbiota pesa 1-1,5 Kg, ovvero quanto pesa il fegato. E’ quindi un organo al pari di fegato, rene, polmone ed altri organi costituenti il nostro corpo. È un guaio non conoscerlo! È un guaio non sapere che il cibo condiziona la sua composizione. Ogni giorno!
BATTERI E CIBO
Ciascuno ha il “suo” microbiota, cioè i suoi batteri, che variano in rapporto al cibo mangiato e alla sua storia personale. Ciascuno di noi ha il microbiota della sua mamma.
Il microbiota invade ed occupa il nostro intestino con la nascita. Se avete disturbi e patologie intestinale pensate se siete nati con parto cesareo, se siete stati allattati al seno materno, se vi hanno somministrato molti antibiotici nei primi tre anni di vita. Essere nati con parto cesareo, non essere stati allattati al seno sono cause di un microbiota “alterato” che resterà per tutta la vita, causando problemi funzionali al vostro intestino.
ll microbiota si forma nei primi anni di vita e resta stabile per tutta la nostra vita. Può peggiorare nella sua composizione se si fa un utilizzo massiccio di antibiotici, se non si mangia verdura, frutta, cereali, legumi, alimenti di origine vegetale.
Il microbiota sano ed efficiente è vegetariano.
La composizione dei batteri intestinali varia con il variare del cibo ingerito. Se mangiamo male, abbiamo un microbiota aggressivo responsabile di disturbi, patologie, tumori intestinali.
Il microbiota controlla il sistema immunitario intestinale, che rappresenta il 70% dell’intero sistema immunitario del nostro organismo. I batteri aggressivi stimolano il sistema immunitario intestinale, che può agire anche su altri organi, creando patologie auto immunitarie. La salute nasce dall’intestino.
La stessa obesità è causata anche dai batteri intestinali. Pertanto se vogliamo dimagrire occorre saper nutrire bene il nostro microbiota intestinale.
SAPER NUTRITE IL MICROBIOTA
Quando mangiamo non siamo mai soli, perché nel nostro intestino sono presenti miliardi e miliardi di batteri, miceti, virus, comunità microbiche che aspettano di mangiare anche loro.
Mangiano una parte del cibo che la nostra mano porta dal piatto alla bocca in ogni pasto. Ciascuno di noi mangia in un anno una quantità di cibo dieci volte superiore al proprio peso corporeo. Più di 2 kg di cibo al giorno. Questa massa alimentare, superata la bocca ed ormai svincolata dalla nostra volontà, cade nello stomaco e penetra nel tunnel gastro-enterico e lo percorre tutto in circa tre giorni, subendo modifiche digestive ed assicurando i nutrienti che costituiscono il nostro organismo umano. Ogni giorno.
Il microbiota non mangia le Calorie, ma le molecole alimentari contenute nel cibo. Il microbiota è un altro esempio della non esistenza delle Calorie all’interno del corpo umano. È la qualità del cibo a svolgere un ruolo primario nella composizione dei batteri intestinali, che possono produrre loro molecole in grado di alterare il metabolismo energetico e di accumulare grasso corporeo.
Ritengo che alcuni alimenti siamo più efficaci per avere un sano microbiota e avere igiene e benessere intestinale. Tra questi alimenti consiglio il kefir e le verdure latto-fermentate, rispetto allo yogurt. Questi due alimenti sono probiotici e apportano varietà molteplici di batteri amici dell’intestino.
Sono più efficaci dello yogurt, che contiene una minore varietà di specie batteriche e lieviti. Occorre introdurre alimenti nuovi per garantite la salute. Variare nella qualità e vincere la pigrizia del supermercato.
KEFIR
Il kèfir è una bevanda probiotica molto ricca di comunità microbiche, più completa dello yogurt. La parola Kefir deriva dal turco kefir che significa benessere. Il kèfir viene preparato utilizzando latte fresco oppure acqua con i fermenti o granuli di kèfir, formati da un polisaccaride chiamato kèfir che ospita comunità microbiche di batteri e lieviti utili alla igiene e benessere intestinale. I granuli di kefir possono essere acquistati in farmacia, in erboristeria, in negozi bio. Il kefir è un alimento probiotico (contiene oltre 15 specie di microrganismi vivi e vitali) con una composizione davvero interessante e migliore del solito yogurt della pubblicità, ha caratteristiche nutrizionali valide per il suo contenuto in minerali (Calcio, Fosforo, Magnesio, Zinco), aminoacidi (treonina, prolina, lisina e triptofano in particolare) e vitamine (gruppo B). Le comunità microbiche del kefir competono contro batteri aggressivi e reagiscono contro microrganismi “cattivi” all’interno dell’intestino. La tradizione e lo sviluppo delle ricerche scientifiche attribuiscono al kefir proprietà nutrizionali e funzionali riconosciute. Un consumo quotidiano di kefir può aiutare a:
– regolarizzare le funzioni intestinali
– contrastare l’insediamento di germi pericolosi
– stimolare il sistema immunitario del tratto digerente
KEFIR DI LATTE E DI ACQUA
Il Kefir può essere preparato in casa propria partendo dall’uso di granuli specifici di Kefir, diversi dai fermenti lattici utilizzati per ottenere yogurt. Esistono granuli di Kefir per essere utilizzati nel latte e granuli per l’acqua.
Il Kefir di latte è ottenuto con granuli aggiunti al latte (deve essere freddo o a temperatura ambiente, comunque non eccessivamente caldo). Si lascia fermentare da 24 a 48 ore a circa 20 °C mescolandolo di tanto in tanto (Si può usare il latte fresco pastorizzato o latte HUT. Il Kefir ottenuto nella produzione domestica può avere una leggera gradazione alcolica (fino ad 1 grado) mentre alcuni prodotti industriali non presentano questa caratteristica grazie a specifici metodi produttivi. Se non viene consumato subito, il kefir deve essere messo in frigorifero, dove si conserva per oltre una settimana: nel caso si lasci fermentare oltre diventa troppo acido e prende un gusto piccante. Il kefir di latte quindi è molto più ricco in probiotici di quello d’acqua
Il Kefir di acqua si ottiene con questa preparazione:
Per la preparazione di 1 L di kefir d’acqua servono: Granuli di kefir d’acqua, 1 litro di acqua naturale, tre cucchiai di zucchero naturale, mezzo limone intero, non spremuto (o altra frutta acidula, come mirtilli…), 1 frutto secco, cannella, baccello di vaniglia o altri aromi naturali (se graditi), 1 barattolo di vetro. In un contenitore trasparente, versare 1 litro di acqua naturale e lo zucchero naturale. Mescolare finché lo zucchero non si sia sciolto. Introdurre i grani del kefir, il limone e il frutto secco. Eventualmente anche la cannella o la vaniglia. Lasciare in un contenitore a temperatura ambiente per 48h.
VERDURA LATTOFERMENTATA
Le verdure lattofermentate sono attive nell’intestino per due motivi: apportano dosi generose di fibra alimentare e quantità notevole di lattobacilli, batteri amici dell’intestino. Si possono acquistare in negozi idonei oppure fermentare le verdure in casa propria.
Dopo aver lavato e asciugato bene le varie verdure tagliatele a fettine. Prendete un vasetto di vetro a chiusura ermetica. Introducete le fettine di verdura nel vaso, ben pressate. È importante pigiare ben bene ogni strato di verdura per evitare presenza di aria. Se rimane, la fermentazione lattica non può avere luogo e le verdure ammuffiscono, invece di fermentare. Aggiungete un po’ di sale, circa 5 grammi per chilo di verdura: facilita la fuoriuscita dell’acqua di vegetazione. Si possono mescolare le verdure con il sale in un recipiente a parte o aggiungerlo direttamente: un pizzico ogni due o tre cm. di verdura.
Riempito così il vaso, lasciate fermentare le verdure, per circa tre settimane, a 10-15 giorni, mai a più di 18 giorni. Esistono in commercio vasetti particolari per fare verdure lattofermentate in casa propria.