Lo stomaco preferisce cibo crudo, caldo, liquido e soprattutto di piccolo volume!

Ciascuno di noi mangia tra 2 e 3 Kg di cibo al giorno, spesso senza rendersi conto di questo volume. Può essere cibo solido, cibo liquido, freddo, caldo, crudo o cotto, mischiato in ricette gastronomiche con odori, colori, sapori e consistenza varia.
Ciascuno di noi ha il suo stile a tavola: c’è chi mangia con voracità, tutto e subito, non mastica ma ingolla.
C’è chi preferisce cibo solido al cibo liquido. Chi preferisce cibo caldo e chi freddo. Insomma è giusto il proverbio “Dimmi come mangi, ti dirò chi sei”.
Tutto il cibo arriva attraverso l’esofago nello stomaco. E qui cominciamo i guai!

IL CIBO NELLO STOMACO

Lo stomaco è un organo che accoglie tutto il cibo che arriva in un pasto. Se mettessimo una telecamera sullo stomaco potremmo vedere l’arrivo dentro lo stomaco di tutte le parti alimentari che abbiano ingurgitato. Potremmo vedere la poltiglia disordinata dei vari cibi all’interno della cavità gastrica. Arriva il pane, la carne, la verdura, il vino, l’acqua, i dolci… e tutto quanto mangiato in un pasto. Lo stomaco riceve e comincia a contrarsi per mescolare il carico alimentare arrivato in cavità gastrica. Lo stomaco si contrae tre volte in un minuto con il fine di ridurre le parti alimentari in piccole, omogenee porzioni di 1-3 mm. Lo stomaco quindi deve mettere ordine al nostro disordine alimentare. Mangiare con voracità vuol dire ingerire nello stomaco cibo con dimensioni più grandi. Se una persona vorace ingerisce una porzione di 3 cm di carne o verdura o pasta o pane obbliga il suo stomaco a contrazioni continue, forti e prolungate per ridurre le dimensioni alimentari da 3 cm a 1-3 mm. Lo stomaco trasforma i pezzi degli alimenti ingeriti in chimo.
Solo quando tutto il cibo ingerito è stato trasformato alle dimensioni omogenee di 1-3 mm, il chimo (il prodotto finale delle contrazioni gastriche) passa dalla cavità gastrica attraverso il piloro nel duodeno per iniziare la digestione intestinale.
Il tempo in cui il cibo ingerito resta all’interno della cavità gastrica si chiama digestione gastrica. Ogni alimento ha il suo tempo di permanenza all’interno dello stomaco. Il riso e altri cereali come chicchi integrali cotti restano nello stomaco circa una ora, la pastasciutta circa tre ore, il tonno sott’olio circa sei ore. Una lunga permanenza nella cavità gastrica del cibo può generare reflusso gastro-esofageo, bruciori gastrici, sensazione globosa dell’addome sopra l’ombelico, eruttazione, malessere.

 

COME MANGIARE?

Lo stomaco desidera avere cibo liquido (minestre, passati di verdure, creme vegetali, minestroni, centrifugati, latti vegetali…), cibo caldo, cibo crudo finemente tritato, cibo sminuzzato ridotto in piccole porzioni, cibo ben masticato. Mangiare alla giapponese, insomma! Queste condizioni del cibo arrivato nello stomaco agevolano le contrazioni gastriche e riducono nettamente il tempo di permanenza del cibo nella cavità gastrica. Cioè occorre evitare una lunga permanenza del cibo nello stomaco per iniziare ed avere la migliore digestione gastrica ed intestinale.
Una lunga permanenza del cibo nello stomaco favorisce rigurgiti di acido cloridrico dallo stomaco all’esofago con bruciori assai fastidiosi. Non si può mangiare con voracità, non masticare, non pensare al tempo del cibo all’interno dello stomaco, avere bruciori di stomaco, avere reflusso gastro-esofageo, ernia jatale e… credere di risolvere tutto prendendo un farmaco o prodotti contro l’acidità di stomaco. Così facendo si elimina il sintomo ma non si risolve la causa!

 

FITOTERAPIA CONTRO ACIDITA’ GASTRICA

Coloro che assumono inibitori di pompa protonica in modo continuo e prolungato per combattere l’acidità gastrica, il reflusso gastro-esofageo, vanno incontro ad avere un ridotto assorbimento di vitamina B12, condizione che può causare anemia megaloblastica ( emoglobina bassa con volume elevato dei globuli rossi) e scatenare livelli elevati di omocisteina, una molecola assai aggressiva contro le pareti arteriose, più del colesterolo.
Una bevanda calda aiuta lo svuotamento dello stomaco per il rilassamento del piloro, che consente il passaggio del chimo dallo stomaco nell’intestino tenue.
La classica limonata calda aiuta lo svuotamento del cibo dallo stomaco non tanto per il succo di limone quanto per l’azione benefica dell’acqua calda!
Accanto ad una modifica della propria alimentazione, consiglio di usare la fitoterapia per il controllo della acidità senza bloccare la secrezione gastrica. Alcune piante medicinali sono molto ricche proprio di polisaccaridi ad azione lenitiva e protettiva come Aloe, Altea, Malva, in grado di creare una sorta di “muco protettivo vegetale -minerale”, simile a quello prodotto dallo stomaco e in grado di aderire alla mucosa gastrica proteggendola da fenomeni irritativi e bruciore senza alterare la naturale acidità dello stomaco.