Il metodo molecolare di alimentazione consapevole.

Per una salute nutrizionale.

Per recuperare salute e un sano peso corporeo.

 

Il cibo sulla tavola è uguale per tutti, ciascuno invece ha il “suo” “corpo” unico e diverso da tutti gli altri.

Per dimagrire e mantenere la salute occorre conoscere i meccanismi fisiologici che si attivano ogni volta che mangiamo.

Conoscere il corpo e scegliere il migliore cibo adatto alla salute e a dimagrire!

STOP AL CALCOLO DELLE CALORIE

Non è il controllo delle Calorie giornaliere a far dimagrire e mantenere il giusto peso forma ed immagine corporea, ma la qualità e la combinazione molecolare di ogni pasto.

Ogni atto alimentare cambia la composizione del sangue in rapporto alle molecole ingerite con gli alimenti e genera uno stato metabolico, ormonale, genico che rende diverso l’organismo dal prima del pasto. Noi siamo diversi da prima del pasto!

Occorre chiudere davvero con il calcolo giornaliero delle calorie!

Al centro del sistema biologico umano non ci sono più le CALORIE, ma le MOLECOLE introdotte con la alimentazione giornaliera e con la respirazione. Le principali molecole introdotte con la alimentazione e la respirazione sono l’ossigeno, seguito dall’acqua, carboidrati, proteine, lipidi, vitamine, minerali, fibra alimentare ed altre molecole con azione sui geni, sul DNA.

 

LA MODULAZIONE METABOLICA

Una porzione di pasta, una porzione di formaggio o di un altro alimento possono contenere lo stesso numero di Calorie, ma contengono molecole diverse.

La pasta contiene in prevalenza carboidrati. Il formaggio contiene proteine e lipidi in prevalenza e non contiene carboidrati. Il profilo metabolico e ormonale è diverso dopo aver ingerito un piatto di pasta oppure una porzione di formaggio perché è diversa la qualità molecolare degli alimenti.

È necessario conoscere la qualità molecolare degli alimenti ingeriti, cioè la loro diversa composizione in principi nutritivi, in molecole, e la combinazione molecolare, cioè il rapporto tra carboidrati, proteine e lipidi di ogni atto alimentare al fine di evitare bruschi e rapidi incrementi di glicemia, lipemia, insulinemia post prandiali, variabili metaboliche più rilevanti dopo ogni pasto.

Tre sono i parametri che condizionano l’accumulo di massa grassa, il peso corporeo, la salute metabolica, l’immagine corporea sui quali possiamo agire attraverso una sana alimentazione: glicemia, insulina, lipemia dopo i pasti.

 

 

PICCO GLICEMICO

Il picco glicemico è la variazione della concentrazione di glucosio nel sangue dopo un pasto ed è responsabile nel determinare sovrappeso e obesità, adiposità localizzate.

Le variazioni della glicemia post prandiale hanno una maggiore responsabilità metabolica e ormonale per favorire l’incremento del peso corporeo e della massa adiposa. Le persone con glicemia a digiuno relativamente normali possono presentare variazioni glicemiche anomale della glicemia post prandiale.

Nelle persone con normale tolleranza al glucosio, generalmente la glicemia non aumenta oltre i 140 mg/dl (7,8 mmol/l) in risposta ai pasti e, tipicamente, torna ai livelli preprandiali entro due o tre ore.

È quindi salutare che il picco glicemico post prandiale non superi in ogni momento dopo un pasto il valore di 140 mg / 100 ml in un programma di recupero peso forma e di prevenzione della obesità ad ogni età e sesso.

La scelta della qualità molecolare dei carboidrati è primaria per la gestione del picco glicemico post prandiale. La quota giornaliera dei carboidrati è composta da carboidrati non glicemici e glicemici.

I carboidrati glicemici influiscono in modo decisivo sul valore della glicemia: amido soprattutto (dolci, pane, pasta, riso, prodotti da forno, alimenti composti con farina, pizza, patate), frutta, zucchero, miele, bevande…

I carboidrati non glicemici non fanno aumentare la glicemia dopo il pasto, ma anzi controllano e tendono a tenere basso il valore della glicemia (fibra alimentare idrosolubile… verdure e ortaggi di ogni tipo…).

La fibra alimentare idrosolubile ha un ruolo primario nel controllo dell’assorbimento del glucosio, acidi grassi, colesterolo…formando un gel che agisce sui villi e microvilli dell’intestino tenue. La carenza di fibra idrosolubile nei singoli pasti è una causa di possibili elevati picchi glicemici post prandiali ad ogni età.

La verdura non è solo un “contorno” ma un alimento di primaria importanza per il suo apporto di fibra idrosolubile. La verifica soggettiva, mediante un glucometro, del personale picco glicemico post prandiale vuole inglobare e al tempo stesso andare oltre ai due indicatori accettati nello studio della risposta glicemica post prandiale, indice glicemico e carico glicemico

Ai fini del controllo del peso corporeo, obesità e patologie degenerative correlate con stato iperinsulinismo e insulino resistenza è prioritario scegliere gli alimenti e gestire la composizione di ogni pasto con riferimento al picco glicemico e all’indice insulinemico post prandiale.

 

 

INDICE INSULINEMICO

L’indice insulinemico esprime l’effetto di un dato alimento sui livelli ematici di insulina (insulinemia). Un alimento si definisce ad alto indice insulinemico quando aumenta notevolmente la concentrazione di insulina nel sangue. Viceversa, i cibi con basso indice insulinemico non influenzano in maniera significativa la secrezione di quest’ormone.

Rappresenta un’evoluzione dell’indice glicemico e del carico glucidico: non sempre ad un aumento della glicemia corrisponde un aumento della secrezione insulinica.

L’indice insulinemico è un parametro che misura la produzione di insulina nell’organismo in risposta all’ingestione di un qualsiasi alimento.

Esso quindi rappresenta l’effetto di un alimento esclusivamente e direttamente sull’ insuline mia, permettendo una valutazione più precisa della risposta insulinica. È un valore emerso in tempi più recenti rispetto all’ indice glicemico – carico glucidico, che permette di valutare più precisamente qual sia la risposta insulinica di tutti i cibi, di un pasto intero.

L’indice insulinemico fornisce la migliore e più precisa indicazione sugli effetti che carboidrati, proteine, lipidi, fibre idrosolubili alimentari determinano sul corpo umano con la secrezione di insulina.

L’insulina è rimossa dal sangue per opera del fegato (clearance dell’insulina) e in condizioni di steatosi epatica il tempo di permanenza dell’insulina nel sangue si protrae nel tempo. Per recuperare il peso forma e prevenire l’obesità occorre conoscere e gestire l’ indice H.O.M.A. (Homeostatis Model Assesment) per verificare possibile stato di insulino resistenza, condizione da rimuovere per la salute e per il recupero di un sano peso corporeo.

L’insulina definisce lo stato di salute metabolica della persona.

Si ha salute metabolica quando è conservata la sensibilità all’insulina.

Si ha perdita di salute metabolica quando si ha uno stato di insulino – resistenza.

 

 

PICCO LIPEMICO

Il picco trigliceridemico postprandiale esprime il valore dei vari lipidi presenti nel sangue dopo ogni atto alimentare, lipidi esogeni di origine alimentare ed endogeni di origine epatica. È ritardato rispetto al picco glicemico ed insulinemico e ciò comporta che, per il susseguirsi dei pasti e il progressivo accumulo, si possono avere alte concentrazioni di trigliceridi per tutto il giorno. Il picco glicemico e il picco lipemico sono due condizioni di stress metabolico e ormonale, responsabili di patologia infiammatoria e degenerativa.

Con queste ed altre idee ho scritto il metodo molecolare di alimentazione consapevole, dedicando una ampia parte del libro al modello alimentare giornaliero.

La alimentazione consapevole è guidare la propria mano dal piatto alla bocca. Ogni giorno con il cibo generiamo la salute e il benessere psicofisico. Cambiare si può, perché la salute sta nel piatto quotidiano.

Buona giornata in salute.