Acqua: alimento integratore naturale di minerali

Acqua: alimento integratore naturale di minerali

Non tutte le acque minerali sono uguali.

Va superata la affermazione che una acqua ricca di calcio è causa di calcolosi renale. Non è vero perché la causa prima della calcolosi renale è bere poca acqua ed avere una urina con un pH acido.

Scrivo alcune considerazioni sui principali minerali in soluzione in acqua, invitando a leggere l’immagine correlata con questo articolo.

 

Acqua bicarbonata

Bicarbonato superiore a 600 mg/litro.

Favorisce la digestione perché abbassa l’acidità nella prima parte dell’intestino se bevuta durante i pasti. Tampona l’acidità gastrica se assunta a digiuno. Consigliata a chi fa sport poiché bicarbonato e calcio possono neutralizzare le scorie del metabolismo muscolare. Azione antiinfiammatoria per le acque bicarbonato-alcaline, di facilitazione dei processi digestivi ed antispastica per le acque bicarbonate-calciche.

La digestione avviene nell’acqua, occorre bere prima del pasto, una mezz’ora prima per avere una migliore digestione e scegliere una acqua con alto residuo fisso secco, un pH basico con elevato contenuto di ioni bicarbonato

 

Acqua solfata

Solfati superiore a 200 mg /litro

Svolge sullo stomaco un’azione equilibratrice e produce un effetto rilassante sulla muscolatura biliare. Lo zolfo è fondamentale per avere un sano tessuto connettivo, un sistema linfatico efficiente, per terapia degli edemi arti inferiori.

Consigliata per chi soffre di disturbi epatobiliari e stipsi. Effetto antispastico, antinfiammatorio, sono acque indicate nelle malattie dell’apparato digerente e delle vie biliari; gastriti croniche aspecifiche, colon irritabile, stipsi cronica semplice, litiasi epatica, discinesi delle vie biliari

 

Acqua calcica

Calcio superiore a 150 mg /litro

Consigliata a ragazzi in crescita, donne in gravidanza, donne in menopausa, anziani con problemi di osteoporosi e tutti coloro che hanno un alterato metabolismo del calcio, a chi soffre di pressione arteriosa elevata. Un uomo adulto ha circa 1000 -1200 grammi di calcio nel corpo (800-900 gr la donna) di cui il 90% come riserva nello scheletro, il rimanente all’ interno delle cellule e nel fluido extracellulare. La dose giornaliera di calcio da assumere con alimenti ed acqua è di 800-1000 mg / die. Indicata nella prevenzione dell’osteoporosi e dell’ipertensione

 

Acqua fluorata

Fluoro superiore a 1 mg /litro

Consigliata alle donne in gravidanza in quanto la prima impronta del dente si forma nel feto e ai bambini, sempre in dosaggi non superiori a 1,5 mg/l e per periodi non prolungati. Una carenza di fluoro nell’organismo favorisce le carie e osteopenia, osteoporosi.

 

Acqua magnesiaca

Magnesio superiore a 50 mg /litro

Il Magnesio è il quarto ione più importante nell’ organismo umano ed il secondo, dopo il potassio all’ interno delle cellule. Effetto antispastico, antiflogistico indicata nelle malattie dell’apparato digerente (stipsi cronica) ed in carenza di magnesio. Acqua indicata in chi soffre di pressione arteriosa elevata e malattie cardiache. La dose giornaliera di magnesio da assumere ogni giorno è di almeno 500 mg! Chi vuole controllare il suo livello di magnesio può fare analisi sangue e ricercare magnesio. Il magnesio entra in tutti i processi biochimici vitali, in particolare nella produzione di energia cellulare. Chi soffre di carenza di magnesio avverte una riduzione di tono, energia e di vitalità. È una persona spenta. Consiglio alle donne in età fertile di integrare o assumere alimenti contenenti magnesio (in prevalenza alimenti di origine vegetale) prima o durante i giorni mestruali.

 

Acqua ferruginosa

Ferro bivalente superiore a 1 mg /litro

Indicata nelle anemie da carenza di ferro, in astenia.

Buona giornata in salute.

Nutrizione e tessuto connettivo

Nutrizione e tessuto connettivo

Il cibo è la migliore medicina naturale per vivere in salute e a lungo.

 

Come medico sono preoccupato!

 

Molte persone non conoscono la esistenza del tessuto connettivo nel corpo umano. La decadenza funzionale ed estetica e molte patologie croniche degenerative nascono nel tessuto connettivo danneggiato.

 

La patologia del connettivo sta crescendo, sono colpite soprattutto le donne ad ogni età.

Il connettivo è il tessuto capace di “connettere”, unire le cellule tra loro. Costituisce il mare in cui si trovano le cellule. E spesso questo mare è inquinato dalle molecole alimentari introdotte in eccesso.

 

L’eccesso di glucosio quotidiano genera la glicazione del collagene, con degenerazione del tessuto connettivo, che altera la nutrizione e l’ossigenazione delle nostre cellule, con produzione di eccesso di ioni di idrogeno, che creano acidità tessutale.

 

Il tessuto connettivo alterato genera un sistema linfatico non efficiente. Il tessuto connettivo e il sistema linfatico, uniti tra loro, costituiscono il sistema immunitario. Le donne sono colpite dalle malattie autoimmunitarie più degli uomini. Come ha dimostrato la medicina di genere.

 

 

Che fare?

Realizzare una semplice scelta alimentare ogni giorno contribuisce a mantenere efficiente e proteggere il tessuto connettivo e con esso il sistema linfatico ed immunitario.

Ogni giorno la mia famiglia ed io produciamo e beviamo a casa nostra succhi vegetali ottenuti con frutta e verdura fresca di stagione. Consiglio a chi legge questo post di riflettere ed applicare subito la scelta di consumare ogni giorno centrifugati vegetali.

Questi sono gli scopi nutrizionali:

  1. Introduzione di dosi generose di vitamine e minerali.
  2. Introduzione di modulatori genici vegetali in grado di proteggere il DNA cellulare.
  3. Introdurre acqua biologica alimentare, alcalina.
  4. Alcalinizzare la matrice extra cellulare per garantire integrità del tessuto connettivo, efficienza del sistema linfatico in grado di drenare la linfa e con essa i grassi, le proteine e altre molecole dal liquido interstiziale presente tra le cellule dei nostri tessuti e organi.

Dopo aver provato questo consiglio, valutate il vostro stato di salute e di efficienza motoria ed estetica, se si è modificato. I centrifugati vegetali possono essere prodotto con due strumenti.

 

 

Estrattore o centrifuga: una scelta di salute.

Attraverso questi due elettrodomestici è possibile ottenere succhi da quasi tutte le varietà di frutta e verdura, permettendo il consumo di ortaggi crudi che vengono solitamente mangiati solo cotti, come nel caso dei broccoli. Esistono delle sostanziali differenze tra centrifughe ed estrattori da valutare prima di procedere nell’acquisto della macchina, a seconda delle proprie esigenze.

 

Centrifuga

Le centrifughe utilizzano la forza centrifuga e attraverso rotazioni ad alta velocità sono in grado di allontanare il succo della frutta o della verdura dalla polpa (fibra).

La frammentazione della frutta e della verdura, nonché l’elevato numero di giri della centrifuga può compromettere, in parte, il valore nutrizionale degli alimenti utilizzati.

 

Estrattore

L’estrattore è un elettrodomestico di dimensioni simili alla centrifuga ma a differenza della centrifuga consente di ottenere succhi dalla frutta e dalla verdura macinandola con movimenti simili alla masticazione.

Rispetto alle centrifughe, gli estrattori lavorano a velocità inferiori, sono più silenziosi e sono in grado di estrarre quantità maggiori di succo producendo meno scarto. Oltre ad essere più efficiente rispetto a una centrifuga, uno dei vantaggi maggiori dell’estrattore è quello di essere in grado di estrarre il succo anche da verdure a foglia, come spinaci, erbe aromatiche, erba di grano. Inoltre, la pulizia dell’estrattore risulta più semplice e veloce rispetto a quella della centrifuga.

 

Lo svantaggio degli estrattori è senza dubbio il prezzo, più elevato di una centrifuga. Gli estrattori impiegano più tempo rispetto alle centrifughe per estrarre il succo. Una centrifuga impiega circa 2 minuti, contro i 10/15 minuti di un estrattore. L’estrattore di succhi a freddo permette, però, di ottenere succhi migliori, più completi, più ricchi in nutrienti rispetto alla centrifuga.

 

I centrifugati o i succhi estratti a freddo consentono di assumere molecole e nutrienti attivi nell’intestino, a recuperare una migliore funzionalità intestinale modulando il microbiota (organo composto da miliardi di batteri e comunità microbiche ubicate in prevalenza nel colon).

Consiglio di unire la verdura fresca con la frutta ed procedere ad una centrifugato o meglio ad estrarre un succo per apportare polifenoli, flavonoidi, antocianine, rutina, sulforafano, resveratrolo… e tante altre molecole attive in positivo sui batteri intestinali e su tutte le nostre cellule.

 

Queste molecole vegetali sono essenziali perché agiscono sul nostro DNA, proteggendolo.

Consiglio centrifugati ed estratti vegetali soprattutto a chi non mangia frutta e verdura, come succede in molte famiglie.

Buona giornata in salute.

Conosci il “tuo” corpo. Scegli il “tuo” cibo.

Conosci il “tuo” corpo. Scegli il “tuo” cibo.

Il metodo molecolare di alimentazione consapevole.

Per una salute nutrizionale.

Per recuperare salute e un sano peso corporeo.

 

Il cibo sulla tavola è uguale per tutti, ciascuno invece ha il “suo” “corpo” unico e diverso da tutti gli altri.

Per dimagrire e mantenere la salute occorre conoscere i meccanismi fisiologici che si attivano ogni volta che mangiamo.

Conoscere il corpo e scegliere il migliore cibo adatto alla salute e a dimagrire!

STOP AL CALCOLO DELLE CALORIE

Non è il controllo delle Calorie giornaliere a far dimagrire e mantenere il giusto peso forma ed immagine corporea, ma la qualità e la combinazione molecolare di ogni pasto.

Ogni atto alimentare cambia la composizione del sangue in rapporto alle molecole ingerite con gli alimenti e genera uno stato metabolico, ormonale, genico che rende diverso l’organismo dal prima del pasto. Noi siamo diversi da prima del pasto!

Occorre chiudere davvero con il calcolo giornaliero delle calorie!

Al centro del sistema biologico umano non ci sono più le CALORIE, ma le MOLECOLE introdotte con la alimentazione giornaliera e con la respirazione. Le principali molecole introdotte con la alimentazione e la respirazione sono l’ossigeno, seguito dall’acqua, carboidrati, proteine, lipidi, vitamine, minerali, fibra alimentare ed altre molecole con azione sui geni, sul DNA.

 

LA MODULAZIONE METABOLICA

Una porzione di pasta, una porzione di formaggio o di un altro alimento possono contenere lo stesso numero di Calorie, ma contengono molecole diverse.

La pasta contiene in prevalenza carboidrati. Il formaggio contiene proteine e lipidi in prevalenza e non contiene carboidrati. Il profilo metabolico e ormonale è diverso dopo aver ingerito un piatto di pasta oppure una porzione di formaggio perché è diversa la qualità molecolare degli alimenti.

È necessario conoscere la qualità molecolare degli alimenti ingeriti, cioè la loro diversa composizione in principi nutritivi, in molecole, e la combinazione molecolare, cioè il rapporto tra carboidrati, proteine e lipidi di ogni atto alimentare al fine di evitare bruschi e rapidi incrementi di glicemia, lipemia, insulinemia post prandiali, variabili metaboliche più rilevanti dopo ogni pasto.

Tre sono i parametri che condizionano l’accumulo di massa grassa, il peso corporeo, la salute metabolica, l’immagine corporea sui quali possiamo agire attraverso una sana alimentazione: glicemia, insulina, lipemia dopo i pasti.

 

 

PICCO GLICEMICO

Il picco glicemico è la variazione della concentrazione di glucosio nel sangue dopo un pasto ed è responsabile nel determinare sovrappeso e obesità, adiposità localizzate.

Le variazioni della glicemia post prandiale hanno una maggiore responsabilità metabolica e ormonale per favorire l’incremento del peso corporeo e della massa adiposa. Le persone con glicemia a digiuno relativamente normali possono presentare variazioni glicemiche anomale della glicemia post prandiale.

Nelle persone con normale tolleranza al glucosio, generalmente la glicemia non aumenta oltre i 140 mg/dl (7,8 mmol/l) in risposta ai pasti e, tipicamente, torna ai livelli preprandiali entro due o tre ore.

È quindi salutare che il picco glicemico post prandiale non superi in ogni momento dopo un pasto il valore di 140 mg / 100 ml in un programma di recupero peso forma e di prevenzione della obesità ad ogni età e sesso.

La scelta della qualità molecolare dei carboidrati è primaria per la gestione del picco glicemico post prandiale. La quota giornaliera dei carboidrati è composta da carboidrati non glicemici e glicemici.

I carboidrati glicemici influiscono in modo decisivo sul valore della glicemia: amido soprattutto (dolci, pane, pasta, riso, prodotti da forno, alimenti composti con farina, pizza, patate), frutta, zucchero, miele, bevande…

I carboidrati non glicemici non fanno aumentare la glicemia dopo il pasto, ma anzi controllano e tendono a tenere basso il valore della glicemia (fibra alimentare idrosolubile… verdure e ortaggi di ogni tipo…).

La fibra alimentare idrosolubile ha un ruolo primario nel controllo dell’assorbimento del glucosio, acidi grassi, colesterolo…formando un gel che agisce sui villi e microvilli dell’intestino tenue. La carenza di fibra idrosolubile nei singoli pasti è una causa di possibili elevati picchi glicemici post prandiali ad ogni età.

La verdura non è solo un “contorno” ma un alimento di primaria importanza per il suo apporto di fibra idrosolubile. La verifica soggettiva, mediante un glucometro, del personale picco glicemico post prandiale vuole inglobare e al tempo stesso andare oltre ai due indicatori accettati nello studio della risposta glicemica post prandiale, indice glicemico e carico glicemico

Ai fini del controllo del peso corporeo, obesità e patologie degenerative correlate con stato iperinsulinismo e insulino resistenza è prioritario scegliere gli alimenti e gestire la composizione di ogni pasto con riferimento al picco glicemico e all’indice insulinemico post prandiale.

 

 

INDICE INSULINEMICO

L’indice insulinemico esprime l’effetto di un dato alimento sui livelli ematici di insulina (insulinemia). Un alimento si definisce ad alto indice insulinemico quando aumenta notevolmente la concentrazione di insulina nel sangue. Viceversa, i cibi con basso indice insulinemico non influenzano in maniera significativa la secrezione di quest’ormone.

Rappresenta un’evoluzione dell’indice glicemico e del carico glucidico: non sempre ad un aumento della glicemia corrisponde un aumento della secrezione insulinica.

L’indice insulinemico è un parametro che misura la produzione di insulina nell’organismo in risposta all’ingestione di un qualsiasi alimento.

Esso quindi rappresenta l’effetto di un alimento esclusivamente e direttamente sull’ insuline mia, permettendo una valutazione più precisa della risposta insulinica. È un valore emerso in tempi più recenti rispetto all’ indice glicemico – carico glucidico, che permette di valutare più precisamente qual sia la risposta insulinica di tutti i cibi, di un pasto intero.

L’indice insulinemico fornisce la migliore e più precisa indicazione sugli effetti che carboidrati, proteine, lipidi, fibre idrosolubili alimentari determinano sul corpo umano con la secrezione di insulina.

L’insulina è rimossa dal sangue per opera del fegato (clearance dell’insulina) e in condizioni di steatosi epatica il tempo di permanenza dell’insulina nel sangue si protrae nel tempo. Per recuperare il peso forma e prevenire l’obesità occorre conoscere e gestire l’ indice H.O.M.A. (Homeostatis Model Assesment) per verificare possibile stato di insulino resistenza, condizione da rimuovere per la salute e per il recupero di un sano peso corporeo.

L’insulina definisce lo stato di salute metabolica della persona.

Si ha salute metabolica quando è conservata la sensibilità all’insulina.

Si ha perdita di salute metabolica quando si ha uno stato di insulino – resistenza.

 

 

PICCO LIPEMICO

Il picco trigliceridemico postprandiale esprime il valore dei vari lipidi presenti nel sangue dopo ogni atto alimentare, lipidi esogeni di origine alimentare ed endogeni di origine epatica. È ritardato rispetto al picco glicemico ed insulinemico e ciò comporta che, per il susseguirsi dei pasti e il progressivo accumulo, si possono avere alte concentrazioni di trigliceridi per tutto il giorno. Il picco glicemico e il picco lipemico sono due condizioni di stress metabolico e ormonale, responsabili di patologia infiammatoria e degenerativa.

Con queste ed altre idee ho scritto il metodo molecolare di alimentazione consapevole, dedicando una ampia parte del libro al modello alimentare giornaliero.

La alimentazione consapevole è guidare la propria mano dal piatto alla bocca. Ogni giorno con il cibo generiamo la salute e il benessere psicofisico. Cambiare si può, perché la salute sta nel piatto quotidiano.

Buona giornata in salute.

 

Digiuno una scelta per stare in salute

Digiuno una scelta per stare in salute

Digiuno: può essere considerato una scelta per il controllo del peso corporeo, per prevenire le patologie croniche degenerative e cancro?

Può esserlo, a certe condizioni. Ragioniamo.

Il superorganismo

Il corpo umano è un organismo complesso, in cui avvengono vitali reazioni biochimiche in organi diversi per assicurare vita e salute. Il corpo umano è una vitale formula biochimica composta da molecole alimentari, respiratorie e prodotte dai batteri intestinali e sistemici. Siamo quindi un “superorganismo”, composto da cellule umane e da miliardi di cellule batteriche presenti nel nostro organismo e interagenti con i nostri organi.

Ma cosa succede quando il nostro corpo non riceve cibo adeguato ogni giorno?

Reagisce ed ha tutte le capacità biologiche per superare il limite del cibo giornaliero. Ma ad una condizione: non trasformare il DIGIUNO in CARESTIA. Il corpo umano non conosce la dieta ipocalorica (costruzione artificiale della nostra cultura), conosce il digiuno e la carestia.

Noi Umani siamo stati selezionati dalla Natura per vincere la fame!

Esiste un rapporto vitale tra cervello e fegato.

Fegato regista del metabolismo

Il corpo umano conosce il digiuno ed è stato strutturato dalla natura a superare l’assenza del cibo.

In carenza di alimenti il corpo umano utilizza la riserva di glicogeno (carboidrati) accumulato all’interno degli epatociti, cellule del fegato.

Il fegato è il regista dell’intero metabolismo cellulare ed è al servizio soprattutto del cervello. Il corpo umano ha una capacità limitata di accumulare glicogeno nel fegato. Il fegato accumula glicogeno utilizzando la dose giornaliera dei carboidrati alimentari. Dal glicogeno si ha glucosio che fuoriesce dagli epatociti per essere utilizzato dal cervello. Il cervello utilizza solo glucosio per trarre la sua energia per funzionare.

Pertanto in carenza prolungata di cibo, il fegato scarica il suo glicogeno per fornire glucosio al cervello e agli atri organi glucosio-dipendenti, cioè organi che richiedono per la loro funzionalità solo glucosio.

Il cervello richiede una fornitura continua di glucosio senza interruzioni. Il fegato scarica il proprio glicogeno per fornire glucosio al cervello.

Digiuno e carestia

Il cervello trae la sua energia solo dal glucosio, non può ottenere energia dagli acidi grassi. Il muscolo, il cuore possono trarre energia dal glucosio e dagli acidi grassi. Quando non si introduce il cibo e si entra nel digiuno il cervello riceve il glucosio dal fegato. Se il fegato scarica tutto il suo glucosio, il cervello può avere carenza di glucosio, quindi non avere energia, condizione incompatibile con la vita. In questa condizione di emergenza energetica il fegato contribuisce con la produzione di corpi chetonici ottenuti dagli acidi grassi liberati dai depositi adiposi.

I corpi chetonici sono molecole prodotte solo dal fegato, ottenute dagli acidi grassi saturi liberato dagli adipociti (cellule dell’organo adiposo). Si chiamano: acetone, acido acetoacetico e acido beta-idrossibutirrico.

I corpi chetonici possono sostituire, in via provvisoria, il glucosio quale substrato energetico del cervello.

Questo è quanto succede durante il digiuno.

Il digiuno può essere una sana pratica per ridurre la massa adiposa accumulata.

Il punto critico da evitare è il passaggio da digiuno a carestia.

IL DIGIUNO diventa CARESTIA quando i corpi chetonici superano nel sangue il valore di 3 mg /100 ml e compaiono nelle urine (esistono cartine colorimetriche in farmacia per verificare presenza di corpi chetonici nella propria urina).

In questa condizione il cervello registra la presenza di carestia alimentare e attiva un diverso profilo ormonale.

Una riduzione del cibo giornaliero, limitato ad un periodo di tempo, con la consapevolezza di reazioni che avvengono nel proprio organismo in tempo di digiuno, può essere una buona pratica. Purché il digiuno non si trasformi in carestia.

La carenza di glucosio compromette la sua trasformazione, nelle cellule umane, in ribosio, molecola che costituisce gli acidi nucleici (DNA e RNA). In carenza di glucosio, si cade in chetosi e la formazione degli acidi nucleici può essere compromessa.

 

 

Digiuno – Salute – Spiritualità

Siamo in Quaresima.

Consiglio di realizzare nel giorno di venerdì, una giornata di digiuno, come saggia scelta spirituale e di benessere psico-fisico.

Il digiuno come scelta consapevole, limitato ad una giornata, ha un valore spirituale ma è anche una sana scelta per migliorare il proprio peso corporeo e benessere.

Colazione con latti vegetali (riso o soia o avena o altro cereale…) o yogurt e cereali integrali senza aggiunta di zucchero o di cioccolato (sono biscotti camuffati), frutta, semi oleosi come mandorle o noci o nocciole…, tè verde …

 

Durante il digiuno “temporaneo” è necessario mangiare verdura cruda e cotta a piacere, dose libera condita con olio extra vergine di oliva, aceto e alcuni gherigli di noci o mandorle o pinoli o semi di zucca, pane di segale: pranzo e cena. I semi oleosi apportano proteine vegetali, omega 3, fibra alimentare prebiotica (utile per gestire il microbiota intestinale) e minerali. Sono da considerare veri integratori naturali utili nel digiuno temporaneo. Ovviamente non devono essere salati e neppure tostati.

 

Frutta fresca di stagione nello spuntino della mattina e nel pomeriggio oppure centrifugati di frutta (80%) e verdura fresca cruda di stagione (20%)

 

Bere almeno un litro di acqua durante la giornata con residuo fisso secco superiore a 500 mg / litro (migliore introduzione di minerali).

 

Durale il digiuno temporaneo si ha una variazione del profilo ormonale con netta riduzione della insulina (ormone dell’accumulo di grasso e della sensazione di fame continua). Questa riduzione di insulina permette l’attivazione dell’ormone del digiuno: il glucagone, che svolge due importanti azioni.

  1. La prima la realizza sul fegato: libera la riserva di glucosio custodito negli epatociti, cioè il glucagone compie una azione primaria per dimagrire: “scarica” il fegato dell’eccesso dei carboidrati per garantire adeguato e continuo rifornimento di glucosio al cervello, senza cadere in chetosi, in carestia!
  2. La seconda azione la svolge sugli adipociti, cellule della massa grassa. Agisce facendo uscire grassi dall’interno degli adipociti, svuotandoli, così si dimagrisce!

Buona giornata in salute.

 

Le molecole alimentari agiscono sul DNA. Dal cibo al DNA. La genomica nutrizionale.

Le molecole alimentari agiscono sul DNA. Dal cibo al DNA. La genomica nutrizionale.

Il grande mondo della nutrizione sta davvero cambiando e restare a calcolare le calorie giornaliere vuol dire restare prigionieri di un mondo scientifico finito, crollato per sempre!

La genomica nutrizionale è il nuovo orizzonte per la salute e per il recupero di un sano peso corporeo. Il cibo sulla tavola è uguale per tutti nella sua composizione corporea, ma ciascuno di noi ha il suo DNA.

Incoraggio i colleghi medici e tutte gli operatori sanitari ad entrare nel mondo della genomica nutrizionale.

Incoraggio tutte le persone ad uscire dai tagli lineari delle calorie giornaliere e sviluppare le conoscenze del vitale rapporto tra cibo e i nostri geni contenuti nei cromosomi.

 

 

Fat line e genomica nutrizionale

La genomica nutrizionale è la scienza che studia come le molecole contenute negli alimenti sono in grado di intervenire sul DNA, attivando alcuni geni o al contrario regolandoli negativamente (up-o- down regulation). I nutrienti alimentari che possono agire sul DNA, su singoli geni, modulando la loro espressione genica, sono detti modulatori genici.

 

La espressione genica è il processo attraverso cui l’informazione contenuta in un gene viene convertita in una macromolecola funzionale (tipicamente una proteina, un enzima con proprie specifiche funzioni metaboliche ed ormonali). Garantire una espressione genica in grado di fornire enzimi attivi sul metabolismo glucidico, lipidico, protidico è possibile attraverso la assunzione alimentare di molecole in grado sostenere e potenziare i sistemi biologici contro l’accumulo di massa grassa, controllando la proliferazione e la differenziazione degli adipociti bianchi

 

 

Modulatori genici

Limitare l’intervento dietetico solo al controllo del bilancio energetico giornaliero (calcolo delle calorie giornaliere) è riduttivo e non è sufficiente al recupero del peso forma e a ridurre l’epidemia della obesità.

Gli alimenti contengono molecole che non forniscono alcuna caloria, come vitamine, minerali, fibra alimentare, polifenoli, antociani, flavonoidi, caroteni…. Molecole essenziali per la vita delle cellule.

 

Molecole di origine vegetale e marine in grado di agire sul patrimonio genetico condizionando l’accumulo e il rilascio degli acidi grassi saturi, l’utilizzo dell’ossigeno all’interno delle cellule.

 

Il cibo è il principale mediatore tra l’ambiente esterno e il nostro patrimonio genetico. Le molecole nutrienti attive sui geni, sul DNA sono chiamate modulatori genici, perché modulano cioè orientano la risposta dei geni alle molecole arrivate all’interno delle cellule. Fermarsi a considerare solo l’entrata calorica giornaliera, dimenticando che all’interno delle cellule esistono sistemi biologici gestiti dai geni con il loro DNA, è riduttivo e non evidenzia invece la capacità del corpo umano di resistere all’attuale pressione obesiogena.

 

I modulatori genici agendo sul DNA intervengono sulla gestione delle molecole nutrienti entrate e presenti all’interno di ogni cellula. Limitare l’intervento dietetico solo al controllo del bilancio energetico giornaliero (calcolo delle calorie giornaliere) è riduttivo e non è sufficiente al recupero del peso forma e a ridurre l’epidemia della obesità. È necessario garantire in ogni atto alimentare una adeguata dose di modulatori genici di origine per lo più vegetale e marina.

 

 

Dieta personalizzata

Ogni cellula ha un sesso. Esiste la genomica nutrizionale di genere, cioè donna ed uomo hanno reazioni diverse allo stesso cibo perché hanno geni e cromosomi diversi nelle loro cellule!

Tutti sappiamo che pur seguendo la stessa dieta, alcune persone presentano un eccesso di peso, alcune possono sviluppare malattie cardiache o allergie o patologie auto immunitarie, altre non presentano alcuna patologia e mantengono il loro peso forma.

 

Quante volte è capitato di notare persone che non ingrassano pur mangiando molto o altre che acquistano peso e massa adiposa con più facilità di altre?

 

Come mai gli effetti dannosi di una alimentazione non equilibrata si manifestano in maniera diversa da persona a persona?

 

La risposta a queste domande e a queste apparenti incongruenze è scritta nei geni ma soprattutto sull’azione che molecole introdotte nell’organismo con il cibo, respiro, con bevande e altre vie di ingresso possono esercitare la loro azione di modulare la risposta dei geni, del DNA di ciascuna persona. L’alimentazione e alcuni nutrienti specifici possono condizionare le funzioni del nostro DNA. Il cibo “parla” con il nostro patrimonio genetico, le sue parole sono le molecole in esso contenute. Le molecole alimentari dotate di azione sui geni, sul DNA, sul nostro patrimonio genetico si chiamano modulatori genici.

 

 

Obesità patologia fenotipica

La obesità è una patologia fenotipica, complessa generata da molteplici reazioni fisiopatologiche che sono interdipendenti, che avvengono nello stesso tempo in sedi anatomiche diverse tra loro. È troppo riduttivo pensare di ridurre il peso corporeo e accumulo di massa grassa con il solo controllo del calcolo delle calorie giornaliere.

Questa linea di azione per arginare il sovrappeso e obesità è dominante nell’attuale società, frutto di una visione culturale e scientifica basata sul modello di reazioni lineari, di “tagli lineari” di alimenti giornalieri.

Con questo modello di azione dietetica basata sul taglio lineare delle Calorie giornaliere non si interviene sulla causa della obesità e sovrappeso e si può ottenere risultati parziali e limitati nel tempo. È la dieta che si realizza in tempi ristretti, per poi recuperare ancor più il peso corporeo perso, è la filosofia del cibo “miracolo”, di “sette chili in sette giorni”, del “farmaco che scioglie il grasso”.

È un modello di dietologia sintomatologica, si vuole affrontare i segni e i sintomi del sovrappeso e obesità, senza affrontare la loro prima causa: la obesità cellulare con le sue conseguenze complesse e sistemiche interagenti su tutto l’organismo.

È “gossip dietetico”.

 

Questo modello di agire verso la obesità e il sovrappeso non porta ad alcun risultato certo e duraturo perché il corpo umano è un organismo biologico complesso che non vive con reazioni lineari. Il sovrappeso, l’obesità cellulare e anatomica aumentano sempre di più ad ogni età e sesso, compromettendo la salute, l’immagine estetica, la performance di vita di lavoro e di relazione.

Il pensiero lineare si basa sulla considerazione: se taglio le calorie giornaliere devo ottenere la riduzione del peso e dell’accumulo di massa grassa accumulata. Si possono ridurre alcuni Kg di peso corporeo, ma dopo alcune settimane si ha il blocco nella perdita di peso, la interruzione della dieta temporanea, il recupero del peso perso.

Il corpo umano e le cellule non ragionano con il modello dei tagli lineari del cibo e delle calorie giornaliere. È un modello culturale, non naturale che antepone il cibo al corpo.

Le cellule umane non conoscono, non comprendono questo modello di agire.

Il corpo e le cellule reagiscono all’arrivo al loro interno delle molecole nutrienti ottenute con alimentazione e respirazione con molteplici e contemporanee reazioni biochimiche, ormonali, geniche. Nessuna caloria entra all’interno delle cellule.

Ogni volta che mangiamo il nostro patrimonio genetico entra in funzione per gestire l’arrivo e l’utilizzo delle molecole nutrienti.

 

 

Buona giornata in salute.